Sorge ai piedi del Monte La Gallinola (1.923 m), seconda cima del Matese, massiccio che segna il confine tra la Campania e il Molise, a poca distanza dalla cima del Monte Miletto (2.050 m). Dista 25 km dal capoluogo di regione Campobasso e 28 da Isernia. Termoli, sul mare Adriatico, si trova a 85 chilometri, mentre l’Autostrada del Sole (San Vittore) ne dista circa 70.
L’abitato principale si trova a circa 480 metri sul livello del mare, al centro della piana omonima, dominato dalle altura di Civita (850 m) e del Monte Crocella (1.040 m).
Il territorio comunale è ricchissimo di sorgenti, fra cui và segnalata località Pietre Cadute e quella del fiume Biferno, il più lungo tra quelli con corso interamente in Molise.
La leggenda viene ritenuta molto attendibile, perché l’usanza storica del Ver Sacrum è documentata in tutte le tribù italiche da riscontri storici, archeologici, linguistici e genetici.
Altra leggenda, questa volta assolutamente non attendibile, è quella che vede i Sanniti discendenti degli spartiati. Questa leggenda fu creata dai greci di Taranto (colonia di Sparta) per adulare il potente vicino in ottica anti-latina, come contraltare alla leggenda che vede Roma fondata dai troiani. Dell’insediamento di epoca sannita non si conoscono molti dati, l’abitato si sviluppava tra l’area di Civita Superiore posta a 756 metri e la parte pianeggiante, dove sorse il nucleo centrale romano. La porzione più elevata doveva costituire l’arx, anche se la costruzione successiva del Castello Pandone ne ha cancellato le tracce, in quest’area comunque è emerso molto materiale che documenterebbe il circuito murario in opera poligonale dei Sanniti.
Rievocazione del Ver Sacrum: festa riesumata in ricordo della fondazione sannita di Bovianum in occasione delle “primavere sacre”, per allontanare il pericolo o vincere la battaglia i Sabelli o Sanniti sacrificavano a Mamerte (in romano Marte) tutto ciò che nasceva in primavera, i Sanniti prediligevano il toro, che è il simbolo di Bojano. La cerimonia ripropone dei quadri scenici rappresentati da attori professionisti in costume d’epoca: le scene sono la prima della rappresentazione del Ver Sacrum, con l’abbandono dei giovani soldati delle terre patrie, per seguire nuovi itinerari di conquista. Il sacerdote benedice i giovani che si allontanano, guidati da Comio Castronio seguendo un bue, fermandosi presso il passo del Tifernus (il fiume molisano), dando vita alla città di Bovianum. La seconda scena mostra il matrimonio inteso come rito comunitario, la donna è la ricompensa per il valido guerriero. La terza mostra il vecchio saggio che incita i giovani guerrieri a non perdere mai la virtù, l’ultima scena mostra il giuramento dei giovani guerrieri presso la tavola del santuario di Pietrabbondante, invocando la maledizione sulla stirpe qualora portano a termine con coraggio la guerra; chi rifiutava, secondo la tradizione, di giurare fedeltà alla causa sannita contro Roma, veniva ucciso.